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NON SONO LA STESSA COSA una piccola riflessione sul cinema

  • Immagine del redattore: canisciolti17
    canisciolti17
  • 25 apr 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

no, non lo sono, non lo saranno mai, per fortuna, già per fortuna serie televisive e cinema non sono e non saranno mai la stessa cosa, a costo di sembrare petulanti e ridondanti ancora una volta, tutti in coro, non sono la stessa cosa.

Sembrerebbe scontato, sembrerebbe ribadire l’ovvio, ma no, non lo è, lo noterete osservando il pubblico, attraverso i social, nella vita quotidiana, la percezione del pubblico diventa sempre di più flebile, sempre di più esso diventa dipendente da quella che si potrebbe chiamare una “visione a ciliegia”, ovvero quel fenomeno secondo cui lo spettatore non è più portato ad osservare il prodotto che gli si para d’avanti come prodotto finito, che ha avuto una lavorazione ora conclusa, ma un prodotto in eterno divenire, dunque sempre potenzialmente fruibile, e allo stesso tempo “semplice”, fatte le dovute eccezioni infatti, non possiamo che notare come la narrazione da serie televisiva debba piegare la sua narrazione al pubblico, allungando, accorciando, cambiando in base alla richiesta dell’utenza.

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Questo è un punto fondamentale, abbiamo osservato in questi anni alla morte della definizione spettatore, assistendo all’alba dell’utenza. Una spietata massa d’individui che non si limita a dibattere, ma pretende, pretende nuovi prodotti e che essi procedano in un determinato (quanto confuso) modo, arrivando agli estremi della minaccia in alcuni casi.

I prodotti in questo modo si svuotano e il cinema ha dovuto adattare la visione di se stesso a questi nuovi fattori, la serializzazione del cinema è così entrata nelle nostre vite senza bussare, rischiando di lasciarsi alle spalle un deserto.

Gli “Universe” cinematografici sono diventati una normalità, è diventato normale assistere ad una cascata di film con la medesima struttura, a dir poco semplice e facilmente fruibile, è diventato normale assistere al concatenarsi degli eventi in maniera spasmodica e allo stesso tempo ripetitiva.

Per questo serviva però avere dei prerequisiti narrativi di un certo tipo, proprio quelli che i super eroi offrono. La struttura seriale della narrazione fumettistica americana infatti offre una vasta gamma di personaggi ben determinati e sempre intellegibili che vivono delle proprie varianti personali, non solo il costume, gli accessori, contesti che gli circondano, ma una vasta storia pregressa ormai entrata nella visione pop della massa.

Il personaggio super eroistico, ben delineato e facilmente riconoscibile è semplicemente individuabile e facile da vendere, questo ha fatto si che potesse nascere quello che oggi è l’esperimento portante di questa nuova visione dei cinema, il famigerato marvel universe è ancora in corso e macina milioni, l’esperimento sembra dunque riuscito.

Non ci resta che sperare in un qualche tipo di reazione da parte pubblico, che l’assuefazione di cui è caduto vittima collassi nel momento esatto in cui il mercato stesso sarà saturo.

che questo momento coincida con quella che viene definita la “fase due” del marvel universe?

Lo scopriremo, nel frattempo non ci resta che aspettare e provare a scegliere dei prodotti validi, che possano far crescere lo spettatore, per arricchirlo, perché in fondo è questo che il cinema dovrebbe fare.

 
 
 

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